OPEN SPACE IMMERSO IN UN’OASI VERDE, IN CUI I VISITATORI POSSONO ASSISTERE ALLA PRESENTAZIONE DI LIBRI, ALLE TESTIMONIANZE DI VIAGGIATORI E MOLTO ALTRO
Svolgimento presso Il Salone del Camper, 11-19 settembre 2021, Fiere di Parma – Pad. 2
A cura di Libreria Diari di Bordo
Offerto da Innova
SABATO 11 SETTEMBRE – ORE 16.00
Presentazione del nuovo libro di Matteo Cavezzali “Supercamper. Un viaggio nella saggezza del mondo”, Laterza edizioni
Mai come in questi mesi di forzata sedentarietà ci siamo resi conto di quanto la dimensione del viaggio arricchisca le nostre vite. Viaggiare è assaporare i primi istanti di quando si arriva in una città nuova, in cui tutto sembra ancora possibile. E immaginare dove condurrà la strada di cui non si vede la fine. E esplorare, scoprire punti di vista diversi, confidarsi con gli sconosciuti, lasciarsi sorprendere dal caso. Matteo Cavezzali – instancabile giramondo, abituato a macinare chilometri da quando, ragazzino, percorreva autostrade e sterrati con la sua famiglia a bordo del ‘Supercamper’ – ci regala con questo libro un viaggio tra memoria personale e resoconto di tradizioni, miti, credenze, gusti. Ci svelerà modi di affrontare paure antiche e di mettersi in gioco. Ci racconterà di tramonti visti dall’Egeo e di albe baltiche. Ci illustrerà modi diversi di pensare alla vita, ai figli, al lavoro e all’amore, di confrontarsi con la solitudine e con la società. E scopriremo la comune umanità che come un’armonica sinfonia risuona a tutte le latitudini, dalle campagne francesi alle luci di New York, dall’Estremo Oriente all’America Latina. Per poter rimetterci in viaggio.
Matteo Cavezzali ha lavorato in teatro come attore e drammaturgo, e ha collaborato con diversi giornali per esordire nella narrativa con “Icarus. Ascesa e caduta di Raul Gardini”.Libro con il quale ha vinto il Premio Comisso 2019 e Il Premio Volponi Opera Prima/Premio Stefano Tassinari 2019.Il suo secondo romanzo “Nero d’inferno” parla dell’uomo che fece saltare in aria Wall Street negli anni ’20, un anarchico italiano chiamato Mario Buda.
Collabora con diversi giornali tra cui il Corriere della Sera e tiene un blog per Il Fatto Quotidiano.Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati su Minima&Moralia, Nazione Indiana e in alcune raccolte dell’editore Quodlibet. Ha scritto testi per il teatro messi in scena in Italia e all’estero. È ideatore e direttore artistico del festival letterario ScrittuRa di Ravenna, nato nel 2014. Dal 2016 cura anche Scrittura sulle Dolomiti in Trentino e gli incontri del ciclo Riscrivere la Storia in diverse città. Dal 2020 è co-direttore di Salerno Letteratura.
DOMENICA 12 SETTEMBRE – ORE 11.00
Presentazione del nuovo libro di Antonella Bukovaz “Casadolcecasa”, Miraggi edizioni, con degustazione slovena offerta al pubblico
Casadolcecasa ha diverse fonti. Tre testi su cinque nascono da performance di teatro e musica. La potenza di questi versi è un’esigenza profonda, il bisogno di trovare equilibrio attraverso gli estremi del corpo, passando da un sentiero all’altro in uno scarto interiore continuo.
La casa, il mito, il confine, il gioco, il viaggio delineano lo spazio di questo libro scritto tra il 2012 e il 2020. Una raccolta composita anche linguisticamente, con testi in italiano, sloveno e inglese.
I testi possono apparire distanti l’uno dall’altro e forse lo sono, per lo meno in senso temporale: « Non so quante cose io abbia scelto e quante mi sia ritrovata a vivere o a scrivere, ma quando cammino in montagna so che cammino e mi piace. Per arrivare in cresta, solitamente si sale passando boschi di faggi per poi sbucare su declivi erbosi che lasciano presto spazio a zone aspre e rocciose e ovunque fortificate dai soldati dell’uno e dell’altro fronte durante la prima guerra mondiale. È faticoso coprire dislivelli di mille-millecinquecento metri anche senza altra difficoltà che salire, richiede impegno fisico e resistenza all’insistente pensiero di resa che dice adesso, adesso, adesso mi fermo… ». La presentazione del libro si terrà con la presenza dell’autrice, dell’editore Fabio Mendolicchio e prevede un’immersione nella cultura slovena anche attraverso i suoi prodotti tipici con una degustazione offerta al pubblico.
AntonellaBukovaz è nata a Topolò- Topolove, borgo al confine tra Italia e Slovenia. La sua attività poetica conta i volumi Tatuaggi (Lietocolle 2006), Al Limite (Le Lettere 2011, Premio Delfini 2009), 3×3 parole per il teatro – 3×3 besede za teater (ztt-est 2016), koordinate (Pulcinoelefante 2012) e Guarda (Pulcinoelefante 2015); sue poesie sono poi comparse nelle antologie Poete a Nord-Est (Ellerani 2011), Nuovi Poeti Italiani 6 (Einaudi 2011). Come performer ha creato in collaborazione con l’elettrorumorista Eva Sassi Croce casadolcecasa (Ozky-esound 2021, con cd), L’Arte dei Rumori (dedicato a Luigi Russolo, Ozky-esound 2013, con cd), Lessico elettronico (2013), La femminilizzazione del mondo (Ozky-esound 2014, con cd). Ha collaborato con il Teatro Sonoro – Hanna’s Atelje Sonoričnih Umetnosti di Ljubljana e collabora alla realizzazione del festival Stazione di Topolò-Postaja Topolove.
SABATO 18 SETTEMBRE – ORE 16.00
Presentazione del libro “Un anno in barcastop”, di Erica Giopp, Alpine Studio
Erica Giopp ha 26 anni quando parte per il suo viaggio in Barcastop: “l’autostop del mare”, che si fa viaggiando in barca a vela ottenendo dei passaggi in cambio di aiuto a bordo. Non parte per ritrovare sé stessa né tantomeno per inseguire l’avventura estrema. Lascia lavoro, fidanzato, amici e famiglia e scappa: dai doveri, dagli impegni e dai trent’anni che si avvicinano. Parte per 17.000 miglia, con un piccolo bagaglio, verso poche ore di sonno, molte di lavoro duro, intossicazioni alimentari, settimane di bonaccia, ma anche verso innumerevoli tramonti sull’oceano e verso uno stile di vita che, per forza, riporta all’essenziale. Il viaggio di Erica è un viaggio attraverso oceani, isole e persone che ci fa conoscere nei loro aspetti più crudi e grezzi, quelli primordiali che appartengono a tutti gli uomini, ma che sono veri come i legami che nascono nel mezzo del nulla, quando non si parla la stessa lingua, non ci si lava da giorni e si indossano sempre gli stessi vestiti sporchi. Lontano dal diario di bordo, questo è un concentrato di aneddoti e consigli: ironico e leggero, il libro trasmette messaggi universali senza la pretesa di ergersi a guida spirituale. Erica torna un anno dopo con meno imbarazzi e più consapevolezza. Guarda la sua quotidianità con occhi nuovi, convinta che i veri eroi non siano quelli che mollano tutto per partire, ma quelli che vivono ogni giorno assaporando quello che per loro è l’essenziale.
L’autrice Erica Giopp – Dopo una laurea in Studi Orientali presso l’Università La Sapienza di Roma e un Master in Turismo presso l’Università Luiss Guido Carli, lavora come interprete, mediatrice, marketing manager, vivendo tra Milano, Roma e Pechino. Un anno in barcastop è il suo primo libro.
Il libro è stato proclamato vincitore del Premio Gambrinus Giuseppe Mazzotti 2019 dedicato alla letteratura di montagna, esplorazione ed ecologia, nella sezione Esplorazione – Viaggi. Istituito nel 1983 con il desiderio di tenere viva la memoria di Giuseppe Marzotti, il premio ha acquisito negli anni sempre più prestigio, grazie anche alle collaborazioni con il Club Alpino Italiano e il Touring Club Italiano. Tra gli autori vincitori negli scorsi anni ricordiamo Konrad Lorenz, Luis Sepulveda, Tiziano Terzani, Mirella Tenderini.
DOMENICA 19 SETTEMBRE – ORE 11.00
Presentazione del libro “Intorno a Roma, gite gitarelle e passeggiate con Anna”, di Anna Malerba
Due amiche vanno girovagando in libertà alla scoperta di trascurate opere d’arte ma anche di naturali sorprendenti bellezze del nostro paese e le trovano queste meraviglie e ce le raccontano – gite e brevi viaggi – personalissimi ed inusuali – in luoghi poco noti o addirittura sconosciuti – per lo più in automobile, più o meno intorno a Roma. Tra diario e guida turistica, tra memoria e informazione questi appunti trasmettono entusiasmo e curiosità e mentre parlano con leggerezza anche di arte e di cultura ci invitano ad allargare lo sguardo e a partire anche noi per queste esplorazioni. Perché andare lontano quando intorno a noi c’è tanta bellezza?
Anna Malerba, moglie di Luigi Malerba, si occupa di letteratura con una attenzione particolare alla valorizzazione delle opere del noto autore nato a Berceto nel 1927 e morto a Roma nel 2008. L’uscita dell’opera di Anna Malerba rappresenta una occasione preziosa per ascoltare le parole della scrittrice e moglie dell’autore, che oltre a offrire uno spaccato di Roma tra arte e letteratura, intesse il suo racconto nell’interazione con il pubblico di ricordi personali e aneddoti memorabili legati a momenti di vita in compagnia di uno dei principali esponenti della letteratura italiana del Novecento.Luigi Malerba è stato soggettista e sceneggiatore cinematografico, oltre che narratore. Il suo lavoro mostra l’adesione a un realismo concreto che si arricchisce tuttavia di un intenso timbro surreale e onirico. Tra le opere: La scoperta dell’alfabeto (1963); Il pataffio (1978); Il pianeta azzurro (1986). Dal trasferimento a Roma nel 1950 l’inizio di una serie di collaborazioni per sceneggiature di film. Nel 1963, lo stesso anno in cui Malerba aderì a Gruppo ’63, la più nota delle avanguardie letterarie del dopoguerra, uscì il suo primo volume di racconti. Esordì come narratore con una raccolta di racconti (La scoperta dell’alfabeto, 1963), precocemente ispirandosi, nel clima della neoavanguardia, cui aderì, a un ideale stilizzato di realismo contadino, tra scorci violenti e soluzioni francamente comiche, rese possibili dall’adozione di un filtro linguistico basso e paradialettale. Nei successivi romanzi Il serpente (1966) e Salto mortale (1968), in cui l’inclinazione surrealista si esaspera con l’abbandono dell’orizzonte contadino, venne poi precisando la sua vocazione satirica e protestataria dando vita a una figura di sottoproletario intellettuale e psicologico, che subisce la propria alienazione linguistica come una perdita del centro. Mentre all’iniziale realismo contadino vanno ancora ascritti i racconti per ragazzi del ciclo di Millemosche (1969-74; in parte confluiti in Storie dell’anno Mille, 1972), nati dalla collaborazione con Tonino Guerra nonché il romanzo Il pataffio (1978); nelle altre opere emerge l’attitudine di Malerba a esplorare in diverse direzioni, e con diversi esiti, le possibilità della narrazione, riprendendo, ma con diminuita carica eversiva, i temi a lui congeniali del disordine e dell’illeggibilità del mondo: Il protagonista (1973) Le rose imperiali (1974); Dopo il pescecane (1979); Diario di un sognatore (1981); Il pianeta azzurro (1986); Testa d’argento (1989); Il fuoco greco (1990); Le pietre volanti (1992); Il viaggiatore sedentario (1994); Le maschere (1995); Itaca per sempre (1997); La superficie di Eliane (1999); Il circolo di Granada (2002); Ti saluto filosofia (2005), Fantasmi romani (2006). Da ricordare pure: Le parole abbandonate. Un repertorio dialettale emiliano (1977). Postumi sono stati pubblicati il Diario delle illusioni (2009), la raccolta di disegni e scritti inediti Profili (2012) e Consigli inutili (2014).